La guerra ce la stiamo portando in casa. Con la complicità (o incapacità) di una bella parte della classe politica italiana, che non riesce a tutelare il benessere dei propri cittadini attraverso strategie lungimiranti. L’impressione, neppure troppo velata e confermata anche da figure politiche d’oltralpe, è che “Il conflitto in Ucraina non deve sfociare in una dominazione economica statunitense e in un indebolimento dell’UE” e, soprattutto, che “non possiamo accettare che il nostro partner statunitense ci venda il suo GNL a un prezzo quatto volte quello al quale vende agli industriali americani”. Sono parole del ministro francese dell’economia Le Maire, che ha anche aggiunto come “i prezzi dell’energia fossile rimarranno alti, non si torna indietro quindi dobbiamo fare di più sull’efficienza energetica“.
Non c’era bisogno di scomodare un ministro per sottolineare quello che è ormai evidente: che sia a causa della guerra o della speculazione economica, il costo della vita sta lievitando molto velocemente, con stipendi al palo e una disuguaglianza di distribuzione del reddito superiore dalla media Europea. Ma ciò che è peggio, a nostro modesto parere di cittadini, è che la classe politica italiana non sembra capace di fornire una risposta né sul breve né sul medio periodo a una crisi sistemica che rischia di travolgere l’intero stato sociale.
Anche il tema dell’efficienza energetica, di cui tanti politici hanno riempito la loro agenda elettorale, stenta a decollare. Arrivando con un ritardo enorme, la “burocrazia difensiva” su cui è basato gran parte del Paese –leggasi: vincoli ambientali e paesaggistici spesso attuati in modo incoerente– blocca la possibilità di diventare energeticamente indipendenti a migliaia di famiglie.
Che con l’altissimo costo dell’energia elettrica, da ottobre balzata ancora in avanti raggiungendo un prezzo di 0,55€ al kW sul mercato vincolato (fascia F1 tariffa bioraria) [1], dovranno fare i conti -insieme a milioni di altre famiglie italiane- a fare i conti con bollette l’elettricità e del gas salatissime e insostenibili.
Nel mentre, gli “esperti” in TV si sperticano in consigli più o meno sensati per risparmiare elettricità, come se la responsabilità fosse dei “cittadini spreconi” che hanno “vissuto al di sopra delle loro possibilità”. Di chi è la responsabilità se l’energia elettrica è balzata, in pochi mesi, da 0,17€ al kW a 0,55€, in un Paese che ha “strategicamente” puntato al gas per la produzione dell’energia elettrica stessa? Dopo che, per decenni, la società ha sempre di più basato il suo funzionamento sull’energia elettrica, improvvisamente ci vengono a consigliare di “tenere aperta il meno possibile la porta del frigo”! Dopo che, negli ultimi anni, la spinta alla “transizione econologica” ha visto una diffusione di veicoli elettrici il cui funzionamento, ormai, è economicamente insostenibile e rischia di vanificare tutti i buoni propositi ecologisti.
Noi ci sentiamo presi in giro.
Se lo strumento principe per mantenere calmi gli animi dei cittadini è la paura, dopo due anni di pandemia e di “terrorismo mediatico” sempre a opera di “esperti” che, nel tempo, hanno cambiato posizione a seconda della convenienza del momento, crediamo che il recente risultato delle urne sia semplicemente la ricerca di una risposta politica da parte di una classe politica che, risposte, non riesce proprio a darne (e, per la precisione, crediamo che neppure la Destra sarà in grado di darle).
Perché, alla fine, è di risposte e di una visione quello di cui abbiamo bisogno.
Risposte concrete, non di ulteriori 700 milioni di euro di nostri soldi gentilmente prestati all’Ucraina per una guerra che, pian piano, rischia di arrivare nelle nostre strade. Solo che, se e quando arriverà, chi troveremo a salvarci?
Siena Pirata