Il dibattito sui limiti di velocità nelle aree urbane (ma vale anche per molte strade extraurbane) è l’occasione per riflettere sulla condizione delle nostre strade. E
Del resto, Siena è una città medievale e quindi ci piace far ricordare ai turisti come le carrozze “ballavano” sulle strade di acciottolato. Pensavamo fosse un modo carino per permettere ai turisti di immergersi nella nostra storia, fino a quando uno di loro non c’ha distrutto la macchina e non l’ha presa bene[1].
Ironia a parte, la situazione del manto stradale di molte strade del senese è disastrosa: piene di buche, sconnesse, strette e pericolose. Strade su cui si pretenderebbe pure di sviluppare il cicloturismo e la mobilità dolce, quando a malapena riescono a scambiarsi due auto. A cui si aggiunge una terribile assenza di corsie preferenziali per i mezzi del servizio pubblico che, quindi, per i lunghi tempi di percorrenza non risultano appetibili come alternativa all’auto privata.
Non serve, a nostro parere, mettere il limite a 30km/h o vessare gli automobilisti con autovelox, T-Red o altre diavolerie per far cassa. Crediamo sia più utile che le Amministrazioni si impegnino sia nel rifacimento dei manti stradali rovinati –che sono pericolosi sia per le auto che per i mezzi a due ruote– che nella creazione di percorsi ciclopedonali sicuri sui quali far transitare la mobilità dolce, così da offrire alternative sicure.
Serve anche pianificare aree di attracco periferiche da dove, attraverso i mezzi pubblici, raggiungere comodamente e velocemente il centro cittadino senza contribuire al traffico delle insufficienti arterie stradali: il PUMS[2] prevede delle aree di sosta, alcune realizzate ma altre no, a cui deve essere affiancata un adeguato servizio di trasporto (compreso il bike sharing).
E’ incredibile come a Siena, una città piccola attraversabile in meno di mezz’ora a piedi, non sia mai stata pensata una circonvallazione adeguata e che una delle tratte che sarebbero più importanti, il cosiddetto “lotto 0” tra Ruffolo e Cerchiaia, sia ben lontano da un decoroso raddoppio.
Va bene che il Centro storico di Siena, patrimonio UNESCO, offra un’atmosfera medievale. Ma le periferie, con i palazzoni anni ‘60 e ‘70 e le aree commerciali, vogliamo provare a renderle quantomeno adeguate ai tempi moderni?
Ahoy!
Siena Pirata