Ennesimo episodio di maleducazione e arroganza, avvenuto in Manduria ai danni di una dottoressa di 32 anni, aggredita fisicamente e a male parole da una coppia di genitori insoddisfatti delle risposte della professionista[1].
Non possiamo rimanere indifferenti davanti all’escalation di episodi di violenza gratuita, ingiustificata, arrogante e cafona che il personale sanitario del pubblico sta subendo ormai da tempo. Velocemente archiviate le tante manifestazione di “gratitudine” ed “eroismo” durante il periodo della pandemia, ormai sembrano diventati la valvola di sfogo per quella fetta di società frustrata, ignorante e incapace di partecipare proficuamente alla società civile.
Questi tristi e pericolosi episodi stanno rapidamente demolendo uno degli istituti che hanno reso l’Italia un vanto tra le democrazie occidentali: la Sanità Pubblica, un diritto che non tutti sembrano meritare, purtroppo.
E’ necessario che la società civile, e la classe politica, prenda consapevolezza che non è possibile garantire un diritto a chi non è in grado di rispettarlo, causando danno a chi ne ha realmente bisogno. Aggressioni, danneggiamenti (per ultimo le scritte sui muri nell’ospedale campano da parte di neo-genitori cafoni e ignoranti) e umiliazioni sono attacchi costanti e sistematici al nostro diritto di essere curati anche senza averne le possibilità economiche, un diritto garantito universalmente dall’SSN italiano.
Forse, alla luce di questi fatti incresciosi non degni di una società civile, l’universalità dell’SSN va rivista, nell’ottica di garantire al contribuente onesto il diritto per il quale paga, impedendo però lo sfruttamento -e il danneggiamento- da parte di chi non è capace di interagire civilmente con esso. Oltre, ovviamente, al tutelare l’incolumità e la serenità professionale a tutto il personale sanitario che lavora nelle strutture pubbliche.
Ahoy!
Siena Pirata